Manca poco all’appuntamento con le presidenziali degli Stati Uniti. Il 3 novembre 2020 i cittadini americani saranno chiamati a scegliere tra Donald Trump e Joe Biden. Mai come stavolta la posta in palio è molto alta, visto il periodo caratterizzato dall’emergenza pandemia e dalla crisi economica. Il nome del prossimo Presidente USA inciderà su questioni politiche, economiche e sulla ripresa economica globale. E chiaramente interesserà il mercato finanziario.
Elezioni USA e interesse del mercato finanziario
A seconda di chi sarà il prossimo inquilino della Casa Bianca, gli scenari economici cambieranno parecchio. A cominciare dall’atteggiamento verso gli altri Paesi. Sebbene entrambi vogliano rafforzare la posizione di leadership degli States, Trump ha intrapreso la via dello scontro frontale con la Cina. Biden invece è più incline alla costruzione di una vera alleanza con Pechino.
Pensiamo agli effetti che la Trade War ha avuto sul mercato finanziario e in special modo sui prezzi delle materie prime, che sono andate su e giù a seconda degli umori delle due superpotenze.
Basta aprire una piattaforma trading online gratis per vedere i dati di commodities come petrolio, oro, rame, ecc. Quando Washington e Pechino alzavano il livello di tensione, l’oro volava e le altre materie prime i deprimevano. E viceversa.
Ben si comprende allora quanto conti per i mercati finanziari chi sarà il prossimo presidente USA.
Consiglio: in prossimità delle elezioni USA la volatiltà del mercato finanziario aumenta. Studiate prima bene l’intraday trading, tecniche come si fa e quali rischi ci sono dietro l’angolo.
Politica fiscale ed energetica
Un’altra area delicata è quella della tassazione degli utili societari. Trump ha sempre strizzato l’occhio alle imprese, proponendo grossi tagli fiscali dal 2017. Cosa gradita ai mercati finanziari, che ha favorito la crescita delle quotazioni in Borsa.
Joe Biden invece vorrebbe ribaltare i tagli fiscali, e per evitare di dare un grosso contraccolpo alle imprese, pensa di bilanciarli con altre iniziative a favore della crescita. Ma vista la crisi innescata dalla pandemia, probabilmente preferirà invece attendere che la ripresa sia avviata.
Infine la politica energetica. Trump non è certamente un sostenitore accanito dell’economia green, e lavora per rendere gli Stati Uniti meno vulnerabili possibile a shock energetici che possano avere origine da instabilità in Medio Oriente, o che arrivino dall’OPEC. Trump vuole più petrolio, carbone e gas made in USA.
Biden invece vuole ingenti investimenti nell’economia sostenibile a tutela dell’ambiente: meno carbone, meno petrolio e meno gas. Le posizioni sono evidentemente opposte.
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