Il tetto massimo all’utilizzo del denaro contante torna a 2000 euro, dopo che dallo scorso primo gennaio era sceso a 1000. Questo brusco dietrofront normativo nasce dal voto di Lega e Forza Italia, durante l’esame degli emendamenti decreto Milleproroghe.
In virtù della modifica, l’entrata in vigore della soglia dei 1000 euro – prevista dal 1 gennaio 2022 – si sposta di 11 mesi, poiché entrerà in vigore il prossimo primo gennaio.
La marcia indietro e le polemiche
La modifica sull’utilizzo del denaro contante è stata adottata contro il parere del governo, dal quale sono subito partite critiche feroci.
Questa marcia indietro viene ritenuta un favore all’economia sommersa. Renderebbe vani gli sforzi fatti finora dall’Esecutivo, per favorire la digitalizzazione dei pagamenti e la tracciabilità.
Dal canto loro quelli che hanno votato per il ripristino della vecchia soglia al pagamento con denaro contante, rispondono facendo l’esempio di Berlino, dov’è un limite non c’è eppure l’evasione fiscale è nettamente inferiore a quella italiana. Per la cronaca qui da noi ci sono circa 100 miliardi.
Il valzer sull’uso del denaro contante
Il tetto ai pagamenti in denaro contante è un argomento largamente dibattuto da tempo. Durante gli ultimi anni è stato anche oggetto di numerosi interventi legislativi.
Nel 2011 il decreto Salva Italia fissò un limite all’utilizzo del denaro contante a €1000. Questo limite venne elevato nel 2016 dal governo Renzi, che spostò la soglia a €3000. Questo nuovo livello avrebbe dovuto scendere quest’anno, ma la durata del nuovo intervento è stata appena di 2 mesi.
Quindi il tetto massimo di 2000 euro durerà almeno fino al 31 dicembre prossimo. Da gennaio 2023, sempre se non ci saranno ulteriori interventi, per le transazioni potrà essere utilizzato denaro contante al massimo per mille euro.
In caso di superamento di questo tetto si rischia una sanzione amministrativa compresa tra i 1000 e i 50.000 euro.
