L’entrata in vigore dei nuovi dazi sulle automobili elettriche che giungono dalla Cina ha alzato il livello dello scontro tra Pechino e Bruxelles sul tema del libero commercio. La Cina infatti ha aperto un’indagine sulla mossa dell’Unione Europea, che potrebbe innescare una guerra sulle tariffe.
La battaglia sul commercio
Secondo Bruxelles, i prezzi estremamente competitivi praticati dalle case automobilistiche cinesi che stanno conquistando quote di mercato anche in Europa sono frutto di sussidi statali, che lo Stato cinese sta concedendo alle proprie imprese.
Nell’ambito del commercio internazionale questa viene considerata una pratica concorrenziale sleale. Da qui la decisione dell’Unione Europea di applicare nuovi dazi sulle importazioni dei veicoli elettrici cinesi.
La durata del provvedimento
La misura rimarrà in vigore dei prossimi quattro mesi, al termine dei quali il Consiglio Ue sarà chiamato a decidere se confermarli oppure meno. Nel primo caso dureranno fino a 5 anni. In questo modo l’Unione Europea ritiene di bilanciare lo squilibrio commerciale provocato dai sussidi statali alle imprese cinesi.
Tra le aziende più colpite da questa misura c’è il più grande produttore al mondo di veicoli elettrici, ossia BYD. I prodotti di questa casa automobilistica cinese vedranno il costo delle loro esportazione in aumento tra circa il 20% e il 30%.
Il rischio di una guerra commerciale
Chiaramente la Cina non è rimasta a guardare. Il Ministero del Commercio ha infatti avviato un’indagine che riguarda anche gli incentivi che l’Unione Europea concede ad alcune aziende automobilistiche del vecchio continente.
Il timore è che possa verificarsi uno scenario già visto tra la Cina e gli Stati Uniti, quando era presidente Donald Trump (proseguito anche con Biden). La battaglia sul commercio all’epoca venne condotta a suon di dazi e controtariffe di risposta.
Se infatti il Ministero di Pechino al termine dell’indagine ravviserà un danno ingiusto provocato dalle scelte dell’Unione Europea, potrebbe imporre dei dazi ritorsivi contro i prodotti che l’Europa esporta in Cina. Proprio per questo, per quanto sembri paradossale, alcune delle più grandi case automobilistiche tedesche si sono dette contrarie all’applicazione delle tariffe contro i veicoli importati dalla Cina.