Il mondo sta imparando lentamente a fare i conti con una ineludibile realtà: così avanti non si può andare. Il problema climatico deve essere affrontato con determinazione. A tal fine sono stati ideati i “carbon credit”. Ma cosa sono e come funzionano i carbon credit? Proveremo ad essere sintetici, per semplificare la spiegazione.
L’idea che sta dietro al carbon credit
L’attività industriale (ma anche altro, come ad esempio la circolazione dei veicoli di trasporto) genera anidride carbonica o biossido di carbonio. Il famoso CO2, principale responsabile delle variazioni climatiche e del riscaldamento globale. Per ridurre tali emissioni, i Paesi (almeno quelli aderenti al Protocollo di Kyoto) hanno deciso di adottare un meccanismo che prevede una soglia massima globale di emissioni, definito “cap”. Questa dimensione massima di emissioni, una sorta di “diritto di inquinare“, viene poi suddivisa per quote tra tutti i paesi aderenti.
A loro volta le autorità nazionali o sovranazionali (come la UE) si preoccupano di ripartire questi “diritti di emissione” tra stati e aziende. Chi supera la soglia di “carbon credit” a disposizione, viene sanzionato dalle autorità europee per la violazione dei limiti sulle emissioni. Tuttavia, questi “diritti ad inquinare” possono essere scambiati tra i paesi più virtuosi e quelli meno efficienti. In sostanza, è stata creata una vera e propria borsa dei crediti di CO2.
La compravendita di carbon credit
Un esempio concreto riguarda FCA. La nota azienda automobilistica ha nel suo listino dei veicoli con emissioni medie superiori al consentito. Per questo motivo ha comprato i “carbon crediti” di un’altra compagnia, cioè Tesla, che produce soprattutto auto elettriche ad “emissioni zero”, e quindi ha crediti in eccesso da poter rivendere. Ovviamente l’esborso economico non è indifferenze, a seconda dei casi si tratta di diverse centinaia di milioni di dollari.
Il meccanismo dovrebbe incentivare stati e aziende a ridurre le proprie emissioni. Chi riesce ad essere così virtuoso infatti, ci guadagna non solo come reputazione ma anche economicamente, dal momento che può rivendere i suoi crediti.
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