Non è certo il clima ideale, quello nel quale stanno per riprendere i negoziati tra UK e Bruxelles riguardo alla Brexit. Dopo l’ultimatum lanciato da Johnson, la tensione s’è innalzata. Il premier britannico ha detto che un accordo va chiuso entro il prossimo 15 ottobre, altrimenti il Regno unito minaccia di rinunciare a ogni accordo raggiunto finora con l’Europa.
Clima teso su Brexit
Per rendere ancora più concreta la sua minaccia, il Premier britannico Boris Johnson mercoledì porterà in Parlamento una legge, battezzata Internal Market Bill, che consentirebbe a Londra di svincolarsi da parte degli impegni presi con il primo accordo sulla Brexit.
Anche se molti ritengono la mossa di Johnson un bluff per costringere Bruxelles ad ammorbidire le sue posizioni, la proposta di legge ha comunque allarmato i negoziatori della UE.
Negoziati di nuovo al via
Da oggi le diplomazie si rimetteranno al lavoro, e questo nuovo round di trattative si spera che possa giungere a un accordo commerciale regolato, sul tipo di quello sottoscritto con il Canada (CETA). L’alternativa è quella, pesantissima, di una hard Brexit, ovvero l’uscita scomposta del Regno Unito dall’Unione Europea. Con la conseguenza anche di un innalzamento di barriere fra l’Irlanda del Nord e l’Irlanda britannica.
Nel frattempo, questo clima teso ha fatto sentire i suoi effetti sulla sterlina, che è scivolata sia contro l’euro sia contro il dollaro. Il cambio Eur-Gbp si è nuovamente avvicinato a 0,90, col Demarker indicator che segnala forza rialzista.
Nota tecnica: ci sono molti strumenti interessanti per negoziare le valute. Qui ad esempio si spiega cosa una opzione vanilla put o call sulle coppie di valute prevede.
Corsa contro il tempo
Le premesse con le quali ci sia avvia in questo nuovo round di negoziati non sono affatto buone, malgrado entrambe le parti abbiano tutto l’interesse a raggiungere l’intesa su una Brexit morbida. L’accordo andrà raggiunto entro il 15 ottobre, perché occorre il tempo necessario per l’approvazione da parte dagli organi legislativi delle due parti, l’Europarlamento ed il Parlamento britannico.
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