Oltre all’evoluzione della pandemia, questa settimana al centro dell’interesse degli investitori ci sarà l’inflazione. Stati Uniti e Regno Unito alzeranno infatti il velo sui numeri dei prezzi al consumo.
L’importanza dei dati sull’inflazione
Avere un quadro dell’inflazione di queste due economie globali diventa fondamentale, alla luce dei possibili cambiamenti di politica economica.
Specialmente negli Stati Uniti, il cui dato IPC è sensa dubbio il più atteso della settimana. Dal momento che le possibilità di tapering nei prossimi mesi sono diventata molto concrete, la Fed terrà senz’altro d’occhio le cifre relative all’IPC di martedì. E lo faranno anche gli investitori, pronti a sistemare i loro trailing stop loss sul dollaro e sulla sterlina.
A luglio l’inflazione è salita al massimo di 13 anni a quota 5,4%. Secondo molti analisti, si è trattato del picco massimo atteso. Alcuni indicatori fatto ritenere che abbiano ragione, ma se il dato dovesse sorprendere al rialzo, per la FED risalirebbe la pressione. E ciò dopo che la crescita dei posti di lavoro più debole gliene aveva totla un bel po’.
Nota operativa: uno dei concetti che ogni investitoir dovrebbe conoscere è cos’è gap up down trading.
Occhi anche sul Regno Unito
Ma non c’è solo l’inflazione USA a tenere banco in settimana. Si attende un dato analogo anche dal Regno Unito.
La crescita dei prezzi, accompagnata dall’aumento delle tasse (proposto da Rishi Sunak) e dalla frenata nella crescita economica, sono fattori che non danno molta luce alle prospettive economiche britanniche.
Va ricordato che l’inflazione di luglio è stata inaspettatamente bassa, toccando il target del 2,0% per la prima volta (er atteso 2,3%). La Banca d’Inghilterra spera che quella diminuzione non si riveli soltanto un calo temporaneo, un caso.
In caso contrario, i falchi della Bank of England sono già pronti per spingere sull’aumento dei tassi. Di recente lo ha affermato Michael Saunders: “Se l’economia continua a riprendersi e l’inflazione ad essere più ostinata, allora potrebbe essere corretto pensare ad un aumento dei tassi di interesse nel prossimo anno”.