Se gli USA continuano ad applicare i dazi sull’acciaio, l’Unione Europea farà altrettanto.
Questo in sintesi è il succo del discorso, che evidenzia il motivo per cui l’Unione Europea ha deciso di estendere le misure di protezione dell’acciaio per altri 3 anni. I dazi sulle importazioni di metallo dai Paesi extra UE rimarranno in vigore fino al 30 giugno 2024.
L’Europa estende i dazi sull’acciaio
In linea con le regole del WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio), l’Europa ha inoltre confermato che, le quote di importazione di acciaio esente da dazi aumenteranno del 3% all’anno.
Queste misure sono state adottate a partire dal luglio 2018 per salvaguardare il settore della siderurgia Europea. Esse sono una risposta alle misure protezionistiche che volle introdurre negli USA il governo dell’ex presidente Donald Trump (le cosiddette misure della Sezione 232).
Misure che, malgrado il cambio di timone alla presidenza americana, sono tuttora in vigore. Per questo l’Associazione Europea dell’Acciaio (EUROFER) ha accolto con favore questa lunga proroga.
Tre anni… ma forse meno
Tuttavia, non è detto che l’ombrello protettivo aperto dalla UE rimarrà effettivamente in vigore per tutto questo tempo.
Infatti se gli USA decideranno nel frattempo di eliminare o ammorbidire i loro dazi, allora anche l’Europa introdurrà le opportune modifiche alle sue misure di protezione.
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Lo scenario sul mercato dell’acciaio
Bisogna dire che lo scenario economico globale sta però cambiando le prospettive sull’acciaio. Tanto l’Europa quanto gli USA stanno fronteggiando una carenza di metallo, e per questo motivo devono giocoforza ammorbidire le rispettive posizioni, perché il rischio di subire la concorrenza altrui è un problema che al momento non esiste. Semmai è vero il contrario.
Dal punto di vista economico, il prezzo dell’acciaio sta attraversando una fase di correzione ribassista, oscillando tra una resistenza e supporto trading rilevanti. Dopo la forte impennata dovuta al forte deficit di offerta (in realtà è causato dalla vivacissima domanda legata alla ripresa mondiale), l’intervento della Cina per limitare l’impennata dei prezzi delle materie prime ha contribuito a raffredddare il mercato.
