Gli ultimi dati riguardo l’andamento del prezzo dell’assicurazione auto, quelli relativi al mese di giugno, evidenziano un ulteriore rincaro in capo agli automobilisti. Secondo i dati diffusi settimana scorsa da IVASS, un’assicurazione auto costa in media 403 euro, ossia il 6,2% in più su base annua.
L’ingiustificato aumento del prezzo
Questo report ha sollevato un coro di proteste da parte dei diverse associazioni a difesa dei consumatori, che ritengono assolutamente ingiustificati i rincari che periodicamente le compagnie assicurative applicano al premio.
Secondo l’Unione Nazionale dei Consumatori, l’ultimo aumento configura una vera e propria batosta che ci riporta all’epoca Covid, quando il prezzo era arrivato a 406 euro in media.
Secondo il Codacons, i rincari comporteranno una spesa incrementale per gli automobilisti italiani pari a 1,65 miliardi di euro.
Inesistenti le motivazioni ai rincari
Questa stangata non trova alcuna giustificazione nell’andamento degli affari delle compagnie e della situazione economica generale. Il tasso di incidenti in Italia infatti non è modificato in modo tale da rappresentare una scusa credibile, così come non lo è la situazione economica delle compagnie assicurative, che anzi hanno consolidato negli ultimi tempi la loro dotazione patrimoniale, migliorando altresì liquidità e redditività.
Non ci sono quindi elementi che evidenziano maggiori costi in capo alle compagnie, e di conseguenza i rincari rispondono puramente a una logica di profitto.
Una corsa senza soste
E’ dalla seconda metà del 2022 che i prezzi delle polizze auto continuano a crescere. Nel corso dell’ultimo biennio il prezzo dell’assicurazione auto è cresciuto in media del 14,1%. Infatti mentre a gennaio 2022 il prezzo medio era 353 euro, da allora ha subito un rincaro pari a €50 a polizza.
Le province più costose
Anche se la mappa geografica del prezzo dell’assicurazione auto unisce tutte le province italiane nel quadro dei rincari, i maggiori incrementi si sono verificati nella Capitale. A Roma il prezzo infatti è cresciuto di oltre il 9%. L’aumento meno robusto si è verificato invece a Isernia e Catanzaro, con appena l’1,3%.