Come fa ogni anno, la Banca d’Italia ha elaborato le statistiche di come gli italiani distribuiscono la loro ricchezza. Sulla base dei dati aggiornati al 2022, emerge che gli italiani investono soprattutto nelle abitazioni. Ovviamente, lo fa chi se lo può permettere.
I dati di Bankitalia sul patrimonio
Leggendo il report si evince che il 50% della ricchezza degli italiani è rappresentata dalle case. Si tratta di un dato più basso rispetto a quello che c’era nel decennio precedente. Più precisamente, dal 2010 al 2022 il peso delle abitazioni sul patrimonio è scivolato dell’11,5%.
La seconda maggiore quota di ricchezza riguarda invece i depositi, che si ferma al 13% (tra il 2010 e il 2022 c’è stata una crescita del 40%). Leggermente più indietro troviamo gli investimenti in azioni di società non quotate o altre partecipazioni, 11%. Le attività finanziarie non residenziali rappresentano invece il 9% della ricchezza degli italiani. Seguono le assicurazioni ramo vita al 7%, gli investimenti nei fondi comuni al 6%, e quelli in titoli di debito al 2%. Soltanto la frazione residuale è invece investita in azioni di società quotate.
Differenza tra ricchi e poveri
Chiaramente questi dati sono frutto di una media, che viene calcolata buttando nel calderone tanto quelli che hanno patrimoni corposi quanto i poveri.
Tuttavia anche quelli che hanno un patrimonio elevato, ossia il 10% più ricco della popolazione, preferisce ancora l’investimento nel mattone. La quota in questo caso è pari al 36% del totale del patrimonio. Azioni non quotate e partecipazioni rappresentano invece il 19%, mentre rispetto al dato generale è più basso l’investimento in depositi che arriva soltanto all’11%. Va sottolineato che alla fine del 2022, il 5% più ricco delle famiglie italiane aveva il 46% della ricchezza complessiva, mentre il 50% più povero ne possedeva appena l’8%.
La maggioranza più povera
Il 50% più povero degli italiani invece ha il 75% della proprio ricchezza investito nell’abitazione. In sostanza: chi ha meno disponibilità patrimoniali, se può le investe quasi tutte nell’acquisto della propria abitazione. La classe centrale o intermedia ha il 67% investito in abitazione e una quota del 15% nei depositi.