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Investitori del mercato azionario prudenti. Borse Europee in calo

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Sul fronte valutario, gli investitori fanno scendere l’euro-dollaro su 1,060, dopo che gli ultimi verbali della riunione FED hanno mostrato che i funzionari americani sono propensi a rimanere aggressivi sui tassi

I dati macro e i timori che le banche centrali possano essere ancora aggressive nei prossimi mesi, rendono fiacca la giornata delle Borse del vecchio continente. Gli investitori digeriscono i dati sull’inflazione di gennaio, che in alcuni Paesi evidenziano che la frenata non è così forte come si sperava.
Sui mercati inoltre tiene banco anche il tema delle tensioni geopolitiche.

La giornata per gli investitori

investitoriAlla fine della seduta, la Borsa di Milano chiude con il segno meno per 1,12%. L’indice Ftse Mib ha chiuso a 27.101 punti, portando avanti la scia ribassista di quattro cali consecutivi. Scende anche il FTSE Italia All-Share, a 29.642 punti. Negativi pure il FTSE Italia Mid Cap (-0,78%) e il FTSE Italia Star (-0,53%).
Gli investitori vendono anche sulle altre piazze europee. Si salva per un pelo l’indice DAX di Francoforte, che chiude a +0,01%. Per ilr esto sono solo segni rossi: Parigi -0,13%, Amsterdam -0,14%, Madrid -0,83% e Londra -0,59%.

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I dati di Milano

Sul listino milanese il controvalore dei titoli scambiati dagli investitori è stato pari a 2,32 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 2,18 miliardi di martedì.
I volumi scambiati sono passati da 0,7 miliardi di ieri a 0,69 miliardi.

Per quanto riguarda i singoli titoli, il migliore del giorno è Tim (+2,8%), grazie all’attesa di sviluppi sulla rete, dopo la proroga concessa a Kkr per l’offerta non vincolante.
Bilancio positivo anche per Stellantis (+2,2%), che beneficia dei conti e del piano di buyback da 1,5 miliardi di euro.
Gli investitori vendono soprattutto le banche. Fineco è la peggiore del giorno (-4,7%), seguono Bper (-4,4%), Intesa (-3%) e Unicredit (-2,7%).
Vendite anche su Tenaris (-3,1%), Saipem (-2,1%) e Eni (-1,1%).

Gli altri mercati

Sul fronte valutario, gli investitori fanno scendere l’euro-dollaro su 1,060 (con l’indicatore RSI in ipervenduto), dopo che gli ultimi verbali della riunione FED hanno mostrato che i funzionari americani sono propensi a rimanere aggressivi sui tassi.
Tra le materie arretra il petrolio, con i future di Brent e Wti in ribasso del 2% circa.

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